Lettera aperta al Ministro Giulio Tremonti

E’ giunta l’ora!

Le chiedo Signor Ministro Tremonti, se l’idea sia quella di eliminare l’istituto giuriidico del deposito Iva (peraltro di origine comunitaria) o se, invece, l’idea sia quella di riconoscerne l’esistenza.

Credo che qualunque sia la Sua intenzione tutti la rispetteranno, perché il risultato sarà stato quello di aver dato certezza al diritto.

L’Amministrazione, come Ella saprà, ha trascurato l’istituto del deposito Iva per almeno otto anni, se si tiene conto che esso è stato istituito con una legge del 1997.

Poi di colpo ogni comportamento è stato ritenuto illegittimo.

Sono fioccati i verbali e gli avvisi di garanzia.

Eppure I comportamenti tenuti dai depositari sono stati oggetto di controllo da parte delle Agenzie, senza che peraltro per tantissimo tempo fosse mai stato rilevato alcunché.

A questo si aggiunga che le Direzioni Regionali, in quegli otto anni cui faccio riferimento, hanno emesso note, circolari e risoluzioni, spesso contrastanti e così generando negli operatori la certezza della correttezza del proprio comportamento.

Mi scusi per il cenno tecnico che pur devo fare qui di seguito, ma molti mostrano difficoltà a comprenderlo.

Quando si tratta di immissione in libera pratica (comma 4, lettera b) dell’articolo 50 bis D.L. 331/93) se il dazio è stato corrisposto, a monte, in misura corretta, l’iva lo è stato altrettanto a valle, col sistema del reverse charge.

Perciò Le chiedo se con l’approvazione del decreto anti crisi, Ella ha voluto eliminarlo quell’istituto o ne ha voluto chiarire definitivamente le modalità di funzionamento.

E’ necessario che le aziende italiane che intendano farvi ricorso per ottenere il vantaggio (tanto importante in momento di crisi) del differimento del versamento dell’imposta alla fine del periodo di liquidazione, e quelle della logistica che intendano gestirli, conoscano definitivamente il Suo parere, professor Tremonti.

E anche io, se mi permette, che sono un professionista che ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un muro di gomma.

Mi scusi Signor Ministro, ma nel nostro Paese è molto difficile aver voce.

Ella, però, dà fiducia un pò a tutti.

A me pare, e lo considero un impegno civile, che in questa congiuntura economica non sia giusto penalizzare grandi aziende italiane con interpretazioni sibilline di norme, laddove non v’è alcuna evasione d’’imposta.

 

gianni gargano

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