Pascal

E così, all’improvviso, regge.

Non sfugge, come fa sempre, di giorno, di notte, qui o altrove.

Cosa è successo?

Non lo so di sicuro. Non posso esserne certo.

Ma sento che le letture di ieri sera sono ancora lì. Dentro di me. Come una improvvisa rivelazione. Assurda, perché ovvia! Eppure nascosta per secoli nella mia mente fin quando non è apparsa chiara e luminosa.

Il divertimento, la ricerca continua di qualcosa che ci distragga, che ci tiri fuori dalla ricerca continua di una identità che gli consenta di vivere.

Di un oppio ammaliatore.

E tra questi il divertimento.

Gli uomini, aveva affermato Pascal (oggetto delle letture di ieri sera), non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci. E per rifuggire dalla considerazione della propria condizione cercano in ogni modo, e a loro stessa insaputa,  il divertimento ( divertissement). Il gioco, le carriere i ruoli sociali che li distraggano.

E guardo con altro spirito gli inseguitori di denaro, gli uomini di potere, gli arrivisti.

Alfò

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