Tutto il resto è noia (solo per intenditori)

Allora.

Se ho dichiarato correttamente la merce immessa in libera pratica.

Se cioè ho dichiarato la reale origine della merce, il prezzo effettivamente pagato, la corretta voce doganale e la giusta quantità, ho corrisposto alla dogana italiana il dazio e tutte le altre tasse dovute su quella merce.

Altrimenti no!

Altrimenti ho evaso il dazio o parte di esso e tutte le altre tasse o parte di esse.

Ma questa è patologia e non ci riguarda!

Riguarda, semmai, chi lo è (patologico) e chi lo deve “controllare”.

Dunque io ho posto in essere una corretta operazione doganale ed ho adempiuto al mio dovere di contribuente.

Poi introduco la merce in un deposito Iva, la estraggo e corrispondo l’imposta all’estrazione con il metodo del reverse charge, che devo adottare perché così mi impone la legge.

D’altronde faccio così anche in caso di acquisto intracomunitario.

Forse è per questo che lo devo adottare quel sistema.

Alla fine del mese, in sede di liquidazione periodica, calcolo l’Iva da versare o quella da riportarmi a credito.

E’ così!

Così tutto è a posto!

Anche i bilanci, il valore delle merci nei magazzini, il prezzo delle merci nei negozi al dettaglio!

E si!

Perché avendo io dichiarato il vero prezzo pagato al mio fornitore estero, è da quel prezzo che origina tutta la filiera dei valori e dei prezzi successivi .

E anche delle imposte che lo Stato dovrà poi riscuotere in virtù della immissione in libera pratica che io ho correttamente posto in essere.

Si può dire che il dazio è stato correttamente corrisposto a monte.

All’atto dell’immissione in libera pratica.

E l’Iva è stata riscossa a valle.

Nell’ ammontare dovuto, ma con un mese o giù di lì di ritardo.

Come negli acquisti intracomunitari, appunto!

Se invece un altro (certo non io) ha posto in essere un’immissione in libera pratica taroccata o pezzottata (come diciamo noi napoletani doc) allora è taroccato e pezzottato tutto il resto.

Ogni altro discorso è noia!

 

Gianni gargano

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