Permettete un commento sulla 11/D
In effetti la circolare 11/D del 28 Aprile 2010, già pubblicata su questo blog, merita qualche considerazione.
Innanzitutto se abbiamo riscontrato noi italiani, che siamo tra i sei soci fondatori della Comunità, che il rilascio dei certificati di circolazione, (ma il discorso vale anche per quelli d’origine) può dar luogo ad irregolarità anche da noi, chissà come e a quali verifiche gli stessi certificati vengono sottoposti negli altri paesi che non hanno la nostra cultura doganale.
Che io ben conosco e della quale dobbiamo andare tutti fieri.
Chi è interessato, ad esempio, all’emissione di un certificato irregolare?
L’esportatore estero o l’importatore italiano?
Questo è un vero problema non facilmente risolvibile, con l’intervento della globalizzazione, dove i Paesi produttori sono pochi.
Quelli cioè a più basso costo della mano d’opera.
E dove comunque in tutto il mondo esistono esportatori scorretti e intermediari che, spesso, lo sono altrettanto.
E poi l’apertura a 27 dell’Unione europea l’ha, in parte, modificata in quanto certamente l’ingresso di nuovi Paesi a cultura diversa può creare distorsioni di traffico.
Le dogane di frontiera subiscono, infatti, spesso la concorrenza di procedure meno accorte delle nostre.
E questo non è un problema, nostro ma comunitario.
Non a caso serpeggia l’idea che altro è far parte della Comunità, altro è dettarne le regole.
Nella stanza dei bottoni, prima o poi, non potranno accedere tutti.
Nel merito, dopo l’emissione della circolare, assolutamente necessaria, l’Amministrazione centrale ed alcune Direzioni regionali ne stanno limando il contenuto, per adeguarlo alle esigenze degli operatori.
Oggi, che stiamo vivendo un momento delicato per la salute del Pianeta e per l’economia che deve assolutamente ripartire, sarebbe opportuno ridurre al minimo indispensabile il tempo per il rilascio dei certificati in questione, e che l’obiettivo tornasse quello dei miei tempi.
Quello, cioè, di agevolare il commercio.
Gianni gargano
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