Le Entrate fanno goal

L’Agenzia delle Entrate, come sempre, esce a testa alta dalla presa di posizione dei giudici della Suprema Corte di Cassazione che hanno ritenuto che l’accertamento da studi di settori non può basarsi sui livelli di congruità previsti in via generalizzata, ma deve essere confortato da ulteriori elementi probatori che emergono anche dal contraddittorio con il contribuente.304x190corte-di-cassazione

Era, infatti, già questa la posizione espressa dall’Agenzia che aveva già dato disposizioni agli Uffici dipendenti di tener conto, nel caso di accertamento sugli studi, anche delle risultanze del redditometro.

Il Sole-24 Ore del 27 luglio scorso – a pagina 7, con un articolo di Antonio Iorio e Marco Mobili – pone l’accento sulla circostanza che lo stesso direttore dell’Agenzia, dott. Attilio Befera, ha ribadito alla Camera che studi e redditometro dovranno coesistere ed ha riconosciuto i limiti dell’accertamento a mezzo studi di settore “fisiologicamente incapaci di individuare in maniera credibile la capacità contributiva”

Tutto ciò rappresenta un fulgido esempio di quello che deve essere il rapporto tra cittadino e Amministrazione finanziaria che ha mostrato di comprendere come, specialmente ora che tutti insieme dobbiamo tirarci fuori dalle secche della crisi, la non congruità non corrisponde sempre ad un maggior reddito effettivo.

Dando così una mano.

Grazie Sig. Direttore.

 

Gianni gargano

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