No ! MADE IN ITALY non lo dobbiamo permettere!
Annozero – 19 marzo 2009
Allora Prato è pieno di cinesi che producono a prezzi bassissimi e che lì insediati possono addirittura fregiare i loro prodotti del “made in Italy”, come se quei prodotti da loro disegnati e confezionati fossero una creazione italiana.
Il made in Italy non è quello!
Non il luogo in cui un cinese ha disegnato una maglia o un qualsiasi abito!
Attenti, perché questi così distruggono l’immagine che l’Italia si è conquistata nel mondo grazie ai suoi disegnatori ed i suoi artisti.
Perché tali sono i nostri stilisti.
Ieri tutti hanno sentito che una T-shirt “loro” la producono al costo di un euro.
E allora come fa ora la dogana a tirar fuori la scheda prodotto della Confartigianato di Prato per ricondurre a 5,50 Euro circa il solo costo primo di una T – shirt prodotta in Cina ?
E ciò nonostante quella scheda prodotto si riferisse a costi di lavorazione nazionali o comunitari?
Quando ho visto le finestre oscurate dei loro laboratori e ascoltato le cose dette mi sono sentito ribollire il sangue nelle vene perché :
1. che senso aveva parlare delle condizioni dei lavoratori cinesi? Ma sono i cinesi che schiavizzano i loro stessi lavoratori cinesi, mica gli italiani! Le imprese italiane e tanto meno quelle di Prato non schiavizzano nessuno! Anzi c’era quell’imprenditore che, ormai anziano, soffriva per i suoi collaboratori che forse erano la sua stessa famiglia! Ma che ne capisce di queste cose chi non ha mai provato l’interesse di creare qualcosa! Perché è quell’interesse la molla che ti fa fare di più. E’ la passione per qualcosa, non il vile denaro che devi incassare solo per garantire a tutta l’azienda un futuro.
2. i cinesi non pagano tasse, contributi, tredicesime, quattordicesime, non conoscono la 626, la 4690, i mille lacciuoli che soffocano le imprese italiane. Essi mandano solo all’estero montagne di soldi in contanti che le banche prendono e che hanno sempre preso senza fare alcuna segnalaziona all’Ufficio Italiano Cambi! Se no come fanno i cinesi a pagare e riscuotere tutto in contanti?
3. non credo che quelle siano delle effettive fabbriche, dei veri laboratori. Non completamente almeno. Se c’è una produzione diversificata non è possibile! Credo, invece, che per buona parte sia merce d’importazione entrata in Italia a quattro lire ed alla quale poi venga apposta, in quei locali impenetrabili ed inaccessibili a tutti, l’indicazione d’origine italiana. Il made in Italy! Perché non ci vuole niente a prendere diecimila partite Iva, fare diecimila importazioni pezzottate e strappare diecimila bollette d’importazione. Tanto dopo chi li piglia più.! Infatti chi li ha pigliati?
Aveva ragione Castelli!
gianni gargano
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