gli intelligenti e i fessi

IMG_0341Tutte le mattine abbiamo notizia di questionari, informazioni e simili che l’Amministrazione finanziaria invierà ai cittadini.

Poi andiamo al bar e certe volte ci fanno lo scontrino ed altre volte no.

Poi andiamo dal Tizio o dal Caio e ci fanno anche un buon prezzo qualche volta con fattura e qualche volta no.

Poi chiamiamo un operaio che non ha neanche la partita Iva.

Poi andiamo dal calzolaio che per risuolare una scarpa chiede 70 euro.

Senza dire di quello che succede se malauguratamente ti capita una tegola in testa: sanguisughe da tutte le parti!

Tutta gente che ha il problema di dove nascondere questi soldi. Di versarle sui conti di vecchiette nullatenenti o nasconderli nei cassettoni delle nonne ignare.

E che però paga tutto in contanti. E che però non vuole gli scontrini, le fatture. Per carità!! Resterebbero le tracce.

E poi ci sono i fessi, quelli che pagano le tasse. E non solo i lavoratori dipendenti che sono obbligati, ma anche tanti imprenditori e professionisti che hanno, come diceva Padoa Schioppa, un sottile piacere nel pagarle perché hanno lavorato e fatto sempre il loro dovere. Anche pagando le tasse.

Discorso difficile, questo. Perché il danaro facile dà dipendenza e perché (ma di questo non ci interessa nulla) chi la pensa diversamente è considerato un “fesso” (perché su questo blog non si dicono le cattive parole).

Solo che se continua così i “fessi” dovranno pagare sempre di più, perché dovranno pagare anche per gli “intelligenti”.

E così la società si ribalterà.

L’economia sommersa avrà soverchiato quella legale.

E, nel frattempo i “fessi” saranno diventati poveri e schiavi.

E il nostro Paese galleggerà nelle acque del Mediterraneo.

Alfò

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *