Le cavallette del terzo millennio
Lo stato di crisi che interessa l’economia mondiale origina anche dal diverso modo di vedere il mondo.
Il modo di vivere , le culture, le religioni sono alla base delle economie dei popoli.
E così c’è un’economia indiana, un’altra occidentale, un’altra ancora africana e così via.
Non sono solo le leggi degli economisti classici a dettare le regole.
No!
Non per tutti gli economisti dell’era moderna.
A ben vedere ha avuto ragione il professor Palomba, che titolare di tutte le cattedre in materie economiche alla facoltà di Economia e Commercio di Napoli, ci aveva fatto studiare (erano gli anno sessanta) la religione induista, le feste popolari ed il teatro di Eduardo.
Ed è da diverse culture che sono giunte le merci ed i prodotti che hanno invaso il mondo occidentale.
Come le cavallette in Egitto.
Una catastrofe!
Eppure erano talmente convenienti nel prezzo che tutti si sono affrettati a comprarle.
Una ubriacatura mondiale!
Mentre le nostre fabbriche si chiudevano e i nostri operai perdevano il posto di lavoro
Dov’era più, infatti, la convenienza a produrle in Italia.
E si! Perché questa è una legge di mercato che vige in economia: Comunque la si interpreti.
Per poter restare sul mercato l’impresa deve poter competere!
E come si compete con quelli?
Come erano state fabbricate quelle merci?
In quali ambienti?
E da chi?
Non è dato saperlo.
Ora però che il dado è stato tratto basta!
Pensiamo alle imprese italiane. Rimettiamole in condizione di poter produrre con meno vincoli e balzelli possibili.
Ed evitiamo che il fenomeno si ripresenti.
Occhi aperti!
Alfò
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