Enzo e Caterina
Era il giorno di Pasqua.
Era ieri.
Ma lui stava giù.
La sua mente gli aveva suggerito qualcosa da scrivere.
Come sempre.
La sua mente era come un computer sempre acceso.
E si stava prendendo na’ tazzulella è cafè nell’omonimo bar di Piazza Nicola Amore.
(per i napoletani E’ quatt palazz)
Ué Caterina dove stai?
Sono al caffè Cimmino, gli rispose Caterina.
E lui di corsa in macchina per raggiungerla:
Caterina ed Enzo non sono napoletani, ma una parte del loro sangue sì.
Ma Napoli forse non l’avevano mai vista.
O forse troppi anni prima per ricordarsela.
E la giornata era bella.
E lui voleva molto bene a quei due ragazzi.
Avevano vent’anni ciascuno ed erano felici e innamorati.
Li vide li abbracciò e li lasciò soli.
Più tardi seppe che erano stati felici.
Trafitti da Marechiaro.
Come lui lo era stato da Miramare.
Uno a uno.
Ics.
Alfò
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