lo speditore/esportatore “terzo”

Pubblico la nota n. 70662 RU del 7 luglio 2016 della Direzione Centrale Legislazione e Procedure Doganali della centrale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, avente ad oggetto “definizione di esportatore di cui all’art. 1, punto 19, del Regolamento delegato UE 2015/2446 – Allegato A alle linee guida export”.

La nota chiarisce, a pagina 2, le modalità, anche fiscali, relative alle esportazioni con condizione di consegna “ex – works”.

Essa si sofferma, in maniera molto interessante,  sulla modalità di compilazione del DAU (indicazione dello “speditore” al campo 2 e del rappresentante indiretto al campo 14)e sulla responsabilità dei rappresentanti indiretti che sottoscrivano dichiarazioni di esportazione per conto di esportatori commerciali stabiliti in un Paese Terzo.

In ordine a tale secondo aspetto la nota testualmente recita:

” …In tal caso il rappresentante indiretto nella qualità di dichiarante stabilito nell’Unione si fa carico di tutti gli obblighi ed adempimenti richiesti per il regime dichiarato e risponde della mancata osservanza delle disposizioni doganali e di natura extra-tributaria applicabili alle merci dichiarate per l’esportazione” 

Sul primo aspetto, invece,la nota nel far riferimento ad un operatore commerciale stabilito in Svizzera (Paese Terzo) ha precisato che questi deve essere identificato direttamente ai fini Iva in Italia, ex art. 35 ter del DPR 633/72, ovvero nominarvi un proprio rappresentante fiscale.

Sebbene io non so di accordi con la Svizzera e quindi ritenga che l’identificazione diretta dello Svizzero in Italia non sia consentita (S.E.& O.), tuttavia la richiesta di una registrazione ai fini iva in Italia del soggetto terzo, conferma quanto sempre sostenuto su questo blog che l’identificazione ai fini EORI è cosa diversa da quella ai fini Iva (per cui anche un soggetto UE, sebbene possa essere considerato “esportatore” ai fini doganali, ai fini fiscali – leggi Iva – di dovrà identificare in Italia.)

Giovanni Gargano