Con le società tra professionisti eliminiamo il contributo integrativo

I contributi che i professionisti devono corrispondere alle Casse di Previdenza  sono – in genere – di due tipi:

  1. Quello previdenziale – detto “soggettivo” –  (calcolato sul reddito di lavoro autonomo prodotto nell’anno), utile al calcolo della pensione;
  2. Quello “integrativo” – di norma pari al 4% – che si calcola sui compensi lordi. Su tutto il fatturato! Il professionista deve esporlo in fattura e riscuoterlo dal suo cliente per poi riversarlo alla cassa d’appartenenza. Il risultato è che il cliente ne subisce il costo; il professionista appare più “caro” di quello che effettivamente è, e che le Casse diventano più pingui.

Quello del contributo integrativo è, perciò, un costo per le imprese che ostacola lo sviluppo e che andrebbe finalmente eliminato.

L’occasione della regolamentazione, in atto, delle società tra professionisti potrebbe abolire  questo antico balzello.

D’altronde, più in generale, un laureato per poter accedere ad una professione, dopo un lungo tirocinio e dopo aver sostenuto un esame di Stato, ancora deve iscriversi all’Ordine relativo, pagare una tassa annuale di iscrizione, versare i contributi previdenziali……che altro deve fare? Pure il cassiere per conto terzi?

Alfò

 

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