Il lungomare liberato

Stamattina è stata una mattina diversa.

Alle otto e trenta stavo a Mergellina per incontrare un mio carissimo cliente.

E così, dopo, ho visto il lungomare liberato.

Sì! Proprio il lungomare di Napoli.

Quello che era carcerato.

E che è stato liberato circa un anno, un anno e mezzo fa.

Non l’avevo mai visto, perché non ne avevo avuto mai il tempo.

Uno spettacolo Napoli.

Una cosa stupenda.

Una città meravigliosa.

Il Padreterno, è vero, si è proprio espresso a disegnarne il golfo.

E quella è la mia città.

Ed era più di un anno che non la vedevo.

Nell’ultimo anno e mezzo ho vissuto nell’altra Napoli.

Quella ancora carcerata.

Bellissima pure lei. Per la sua gente, per l’allegria, il casino, per la cultura sputtanata e goduta dal popolo, per le chiese, per i suoi santi che sono i santi di ciascuno di noi.

Ma senza mare.

Io ho vissuto un anno e mezzo senza mare.

Senza il mio mare.

E così, stamattina l’ho rivisto il mare.

E ho visto via Caracciolo di nuovo.

Piazza Vittoria.

Via Partenope e, poi, via Nazario Sauro.

Questa, però, solo parzialmente liberata.

C’erano una cinquina di ciclisti e una settina di podisti, una quindicina di anzianotti atletici e due meravigliose coppie di innamorati.

Beati loro!

La loro visione. Almeno quella, mi ha riempito di gioia.

Ho incontrato anche un conoscente poco occupato o, forse, pensionato.

Due volte la strada è stata percorsa da auto dei vigili urbani.

E, poi,  il vuoto.

Bellissimo. Ma vuoto.

Ciao, lungomare liberato.

Non so quando ti potrò rivedere!

Alfò

 

 

 

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