L’avaro e il corrotto

L’uomo in qualche modo deve trovare il modo per vincere questa paura.

Spesso lo fa con l’attaccamento al denaro, con l’avarizia o corrompendosi pur di averlo.

Insomma, il possedere denaro in quantità sempre più industriali lo fa sentire sicuro.

Guarda che è così, credimi.

Possono apparire fenomeni diversi e invece sono perfettamente identici.

Danno anche dipendenza.

Tuttavia, gli avari e i corrotti non sospettano neanche di essere dei malati. Pensano, al contrario, di emergere dal resto della società festaiola e spendacciona.

Aggiungi che sono radicalmente mutati i parametri sui quali regge il ragionamento di Fromm.

I tre fatti: avarizia, corruzione e modifica dei parametri ti possono apparire scollegati, ma essi, credimi, non sono altro che aspetti diversi di uno stesso fenomeno.

L’avarizia e l’ingordigia di denaro sono malattie mentali e come tali andrebbero curate, perché recano danni gravissimi alla convivenza degli uomini.

L’avaro è un ricco, spesso ricchissimo, che però ha difficoltà a staccarsi fisicamente dalla moneta.

Nonostante sia spesso ricchissimo, il suo obiettivo è quello di raggiungere la cifra successiva.

Egli non spende.

Sa che dovrà morire e che dovrà quindi per forza staccarsi da quel bene che gli da la forza di vivere e il coraggio necessario, ma non riesce a staccarsene e perciò veste male, mangia male e si sacrifica in tutto.

Non gli riesce di vivere diversamente.

L’avaro si nasconde, non si fa riconoscere, egli è inutile per la comunità civile, in pratica non esiste.

Le monete del suo forziere devono crescere sempre di più.

Se è un commerciante, tutto ciò che acquista e vende per lui non è merce, ma soldi acquistati a un prezzo e rivenduti a un prezzo più alto, una diversa forma di usura.

Anche la corruzione dà dipendenza.

Uno comincia con l’accettare, con un po’ di ritegno, del denaro in cambio di un certo favore, poi ne accetta ancora e poi ancora

e così, un po’ alla volta, diventa una persona diversa da quella che era prima di cadere nella corruzione,

diventa prepotente.

Sporco dentro.

I corrotti, però, a differenza degli avari, danneggiano moltissimo la società, tutti gli altri, il loro prossimo.

Perché le montagne di soldi che poi finiscono per accumulare, non solo sono sottratte alla povera gente che vive onestamente, ma sono utilizzate per corrompere ancora

e il fenomeno ha assunto ormai proporzioni tali, che i parametri economici sono, come ti ho detto, mutati.

Fino agli anni presi in considerazione da Fromm, fatte le debite eccezioni, la nazione più economicamente avanzata era oggettivamente più forte delle altre e il progresso la rendeva sempre più lontana, difficilmente raggiungibile.

Keynes tradusse questo concetto nella regola: se un paese più forte si allea con uno economicamente più debole, il primo diventerà sempre più forte, mentre il secondo sempre più debole.

Fu per vincere questo principio che nel 1960 sei Paesi, tra i quali anche l’Italia e la Francia, che in questo momento ci ospita, crearono la Comunità Economica Europea che fu, perciò, innanzitutto una grande possibilità data ai Paesi economicamente più deboli.

Oggi è tutto cambiato.

Ora è un casino. Pensa che i Paesi dell’Unione Europea sono diventati ventisette e quanti dei nuovi sono entrati con lo stesso spirito dei primi sei?

Ormai la situazione è difficile da gestire ed è molto probabile l’inversione della regola di Keynes, con la conseguenza che l’apertura dei mercati indebolirà i Paesi più economicamente avanzati.

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